27/08/2020
A PROPOSITO DI ME:
Descrivere una carriera teatrale è poco opportuno dal punto di vista del termine stesso. La nostra non è una carriera o un cursus honorum, non ha a che vedere con un tragitto, un percorso, un andare "da"- "a"; è piuttosto uno zigzagare un saliscendere un emergere/immergere. E' così per tutti, ognuno a un livello differente, magari, ma soggiacente alla stessa dinamica. Così dovendo presentarmi. come è giusto, non posso che accennare ai punti positivi, la formazione presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio d'Amico, e presso la facoltà di lettere all'università della Sapienza e di Roma 3. formazione che mi ha portato a lavorare con grandi maestri come Luca Ronconi ma anche a dirigere attori ed attrici davvero straordinarie come Paola Cortellesi o Emma Dante, a scrivere e rappresentare tante commedie in Italia e all'estero, ad importare autori come Eduardo Pavlovsky o allestire testi sconosciuti di grandi autori come "Pittura su legno" di Ingmar Bergman. Ho fatto tante tournèe in Italia e all'estero con compagnie importantri come la Cooperativa Attori e Tecnici e ho inventato il format ( come si dice oggi) del Corto Teatrale, nel lontano 1997. Scrivo libri di critica e storia teatrale e (confesso) negli ultimi anni mi sono dedicato con una certa passione alle fiction televisive da Don Matteo a Vice Questore Rocco Schiavone. E poi i bassi, i momenti di nulla, di non lavoro, di buio, che abbiamo tutti noi che facciamo questo mestiere, e che non è giusto ignorare od omettere. La nostra non è una carriera e se lo è, essa è fatta anche di quei momenti, ed anzi da quelli attinge linfa e forza a volte assolutamente vitale. Il resto sta su google, lì trovate titoli ed immagini, dati che, però, non danno neppure lontanamente l'idea dell'impegno, del sacrificio e, diciamolo pure, della particolare forma di follia che anima chi intraprende la nostra strada.